L'esposizione al sole ci stressa fuori...e dentro!!

Il sole fa bene, ma al sole ci si dovrebbe esporre con misura, perché, mentre aumenta in modo naturale le scorte di vitamina D, necessaria per il benessere delle ossa, fa anche innalzare notevolmente la produzione di ROS (radicali liberi, specie di molecole reattive all'ossigeno) a livello organico, e quantità eccessive di ROS sono alla base dell'invecchiamento cellulare, ormai è noto. Ecco allora che lo stress ossidativo a cui la luce solare ci sottopone, diventa visibile dall'“esterno”: fioriscono rughe, macchie cutanee e secchezza della pelle, a seguito di una scorretta e/o eccessivamente prolungata esposizione solare.
I raggi UVA, principali responsabili del fotoinvecchiamento ma anche della foto-immunosoppressione, sono infatti in grado di penetrare in profondità fino a raggiungere il derma, stimolando, in funzione protettiva, il processo di maturazione della melanina già presente nei melanosomi ma, al tempo stesso, anche alterando e distruggendo collagene, elastina e capillari, il che provoca danno cutaneo a volte permanente. Accanto ai raggi UVA, che ci raggiungono in profondità, i raggi UVB, pur limitandosi a toccare lo strato epidermico più esterno, sono però ancor più pericolosi, perché, pur attivando, in senso benefico, la melatogenesi che renderà duratura l'abbronzatura e quindi la protezione naturale della pelle dalle radiazioni solari, sono anche eritematogeni e, soprattutto, sono in grado di alterare il DNA delle cellule cutanee, aumentando il rischio di proliferazione tumorale.
Oltre al “fototipo” della nostra carnagione, risultano importanti anche altri fattori nella definizione della quantità e intensità delle radiazioni: il grado di riflessione del suolo (è maggiore sulla neve fresca, schiuma del mare, etc.), l'altezza del sole quando ci esponiamo (i livelli di radiazione variano nell'arco delle ore del giorno e dei periodi dell'anno), l'altitudine (la quantità di raggi aumenta all'aumentare dell'altitudine) e la latitudine (più intensi in prossimità dell'equatore), la presenza di nuvole, e infine lo spessore dell'ozono nell'atmosfera, che può variare nel corso dell'anno o addirittura nel corso di una stessa giornata.
Un “must” imprescindibile per chi voglia esporsi al sole estivo senza temere danni è senz'altro l'utilizzo di creme protettive con fattore di protezione alto (50+), soprattutto durante i primi giorni, in attesa che il nostro organismo metta in atto le proprie strategie di difesa dai raggi nocivi.
Per proteggersi dalle radiazioni, infatti, oltre a sintetizzare melanina, che “scherma” e ispessisce la cute, rendendola più forte, e ad attivare meccanismi di riparazione e replicazione del DNA danneggiato, esso ricorre a specifici processi di risposta biologica positiva, tra i quali anche la produzione di glutatione endogeno, che funge da naturale molecola “scavanger”, ossia “spazzina” dei ROS, per contrastarne la produzione eccessiva. Il glutatione svolge un ruolo fondamentale infatti nel preservare l’integrità cellulare, nello sviluppare risposta immunitaria efficace e nel sostenere i processi di detossificazione, eliminando le sostanze di scarto. Questa molecola altamente antiossidante supporta la funzione degli organi emuntori (fegato, reni, tratto gastrointestinale e intestino), che sono i principali percorsi di disintossicazione dell’organismo, contribuendo all’eliminazione di potenziali agenti cancerogeni, intercettando e neutralizzandone le tossine prima che vengano assorbite.
L’alto potere disintossicante del glutatione è legato alla sua capacità di chelare i metalli pesanti, ma anche all’azione di supporto nei confronti di alcuni degli enzimi coinvolti in questi processi epatici di detossicazione: ad esempio le GSH transferasi, che catalizzano la coniugazione con il glutatione di varie molecole tossiche, rendendole meno reattive e più facilmente eliminabili dall’organismo.
Un’integrazione a base di glutatione risulta dunque essere importante fattore di prevenzione dallo stress ossidativo “esterno” e soprattutto “interno” (a livello del DNA) causato dall'esposizione ai raggi solari.
Composti a base di glutatione, L-Cistina, vitamina C e selenio contribuiscono a proteggere le cellule dai danni “visibili” e “invisibili” delle radiazioni ultraviolette. Il glutatione ridotto, oggi anche disponibile in innovative formulazioni che si avvalgono della tecnologia Oro-FS-Release™, modalità di veicolazione che rende la sostanza velocemente disponibile a livello organico perché può essere facilmente assorbito dalle membrane orali e sublinguali bypassando le barriere gastriche e intestinali ed entrando così direttamente in circolo, sembra infatti più attivo se abbinato ad adeguate quantità di selenio, oligoelemento antiossidante che gioca un ruolo importante nella struttura della glutatione perossidasi, e a giusti dosaggi di vitamina C e L-Cistina, in grado di innalzare i livelli di glutatione endogeno supportandone la sintesi organica.
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